Uberto Pallastrelli (1904-1991) l’ultimo ritrattista


PALLASTRELLI Ritratto

A venticinque anni dalla scomparsa l’omaggio all’artista reso possibile dalla BANCA DI PIACENZA

Il ritratto è un genere che va avanti da secoli tra alti e bassi qualitativi e  d’interesse, riassumendo di volta in volta connotazioni differenziate a seconda del tipo di pittura in voga, ma anche della rappresentazione che ne fa l’artista che interpreta: esaltando il motivo della somiglianza, o la individuazione del carattere. Non c’è dubbio, che l’avvento della fotografia abbia a sua volta condizionato la pratica del ritratto da molti punti di vista, nella dimensione fisionomica e nelle caratteristiche, indipendentemente dall’originalità delle soluzioni proposte. Il problema del ritratto storicamente sviluppato, dopo i contributi teorici di Soffici, Croce, Sartre, e soprattutto del Brandi, non è stato comunque superato come molti pensano dai comportamenti “non-figurativi” di molta parte della pittura e della scultura d’oggi,  non è una definitiva “archiviazione” perché il tema della ritrattistica non è scomparso del tutto dalla scena dell’arte. Questo aspetto lo si avverte con naturalezza visitando a Palazzo Galli a Piacenza la mostra di  Uberto Pallastrelli di Celeri, ritrattista segnalato ai suoi tempi, tanto che per lui posarono Elisabetta d’Inghilterra, Maria José, PALLASTRELLI UbertoIris di Libia, gli Agnelli, l’Aga Kan, la Begum, Onassis e i suoi figli, Anita Ekberg, i Colonna, i Ruspoli, i Visconti di Modrone, i Buitoni, i Marzotto, i Crespi, i Garrone, i Brichetto, costringendolo a dotarsi di una  pittura veloce, sfrangiata, francese, in cui cogliere e far cogliere uno sguardo, un gesto, l’eleganza di un abito eccetera.
I suoi ritratti sono naturalmente distanti dalle proposte di un Boldini o di un Annigoni ma anche, facendo un salto nella storia fino ai tempi presenti, di Marc Quinn, di Luigi Ontani, di Francesco Clemente, o dai tanti pittori di matrice pop che hanno imperversato dopo Warhold. Che, tuttavia, non hanno impedito al ritratto, anche come status symbol sociale, di perdere appeal tra il grande pubblico.
Una rivalutazione viene ora tentata dalla Banca di Piacenza, che celebra Uberto Pallastrelli a venticinque anni dalla sua scomparsa come “uno dei più grandi ritrattisti del Novecento”, con una antologica commemorativa di ritratti PALLASTRELLI Edoardo Garronee di altri soggetti affidati alle cure di Vittorio Sgarbi, Laura Soprani, Carlo Ponzini e Robert Gionelli.
L’esposizione ha il pregio di dimostrare come la persona raffigurata è stata da Pallastrelli riassorbita completamente nel fatto figurativo attraverso una pittura realizzata con la tecnica a spatola flessibile, distendendo i colori direttamente sulla tela, senza sacrificarne la somiglianza espressiva.
Pallastrelli fu piacentino di nascita e di studi, allievo di Francesco Ghiottoni e di Nazareno Sidoli al Gazzola, quindi frequentò l’Accademia di Brera. Perfezionò la propria tecnica a Parigi prima di trasferirsi a Venezia dove si fece notare alle Biennali del 1938 e del 1942. Successivamente soggiornò ed operò a lungo in Inghilterra, in Sud America, negli Stati Uniti e in Francia raccogliendo diffusi consensi.  Rientrato in  Italia si stabilì PALLASTRELLI giovanni agnellia Santa Margherita Ligure, alternando il lavoro artistico tra la sua casa sulla Riviera di Levante ed il suo studio romano a Fontana di Trevi. In mostra a Palazzo Galli, oltre all’esposizione di numerosi ritratti e di opere di altro tema (più di ottanta quadri), è ricostruito lo studio che l’artista ebbe a Roma, a Fontana di Trevi. Morì nel 1991 ed ora riposa al monumentale di Staglieno.Fatta esclusione del professor Ferdinando Arisi, non si può dire che la critica sia stata attenta e generosa con Pallastrelli. Le avanguardie e il veloce mutare del gusto delle mode e delle tendenze hanno fatto il resto, ponendo la sua pittura oltre “il tempo massimo”.

Uberto Pallastrelli (1904-1991), l’ultimo ritrattistaPiacenza – Palazzo Galli (via Mazzini, 14), fino al 17 gennaio 2016 – Orari dal  martedì al venerdì dalle 16 alle 19. Sabato e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Ingresso libero alla Mostra per i soci e i clienti della Banca  di Piacenza. Per i non clienti, ingresso con biglietto nominativo richiedibile a qualsiasi sportello dell’Istituto. Visite guidate per scuole e associazioni (prenotazioni: tel. 0523.542137 – relaz.esterne@bancadipiacenza.it)
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