“RESURRECTIO” DI ADRIANO ROSSONI. Il coraggio della forma e della sostanza


Rossoni 2 DSC_0033Guardatemi come son fatta!”. ma il messaggio potrebbe anche essere: “Guarda oltre me, quello che indico”: Adriano Rossoni, è pittore controcorrente.  Di quelli giovani e vecchi, che credono ancora alla poesia “alta”, hanno appetito di filosofia, di “spessore” e coltivano lo spirito del trasmettere e comunicare. Non propone una pittura di puri iconismi ma che da attualità e costruzione cognitiva all’ immagine. Non cerca la forma per sé stessa, la variazione educata o l’invenzione, bensì il modo per strappare alla poesia e alla storia segreti. Quel che una volta si diceva l’interrelazione tra forma e contenuto.
Diplomato a Brera, è docente dell’accademia Santa Giulia di Brescia dove insegna oltre che pittura e scultura, grafica video e multimedialità. Fa parte di una aristocrazia ristretta che alla forma da importanza in quanto interagisce col significato e lo rafforza. Nelle sue opere trovano congiunzione disegno, cultura espressiva e contenuti. Insieme sono coltivate le tribolazione dell’artigianalità dell’arte e la ricerca del vero, la tensione espressiva e la visione del mondo, che aiutano l’immagine ad evitare lo stereotipo.
Nella soggettistica sacra Rossoni scruta, ragiona, allarga la riflessione su presente e passato (a partire da dèi e miti). Svolge un racconto che non conosce separazioni nella storia del mondo dove tutto è tensione costante tra colpa, promessa, redenzione, tra comportamenti dell’uomo, drogaggio delle società corsa degli eventi e storia. Cristo, dice l’artista, è un fatto insindacabilmente storico. Ha un senso per i credenti e per i non credenti.
Il maestro appartiene al gruppo dei pochi che ancora sviluppano una poetica sorretta dalla filosofia. Che spiegano lo sguardo, il  dipingere;  l’ indagine del mondo, l’ interpretazione, le convinzioni, le scelte tecniche e di linguaggio.
Si era fatto conoscere a Lodi con una esposizione nel 2013, dedicata al mito. Si ripresenta ora, sempre al San Cristoforo, con Resurrectio,  un grande telero (mt 6×14) che colpisce sia per la dimensione che per il contenuto e la collocazione e per il ciclo narrativo affidato a una serie di sanguigne a secco o miste acrilico “ che gli fanno contorno e ne ribadiscono i valori in ambito famigliare.” “Resurrectio”  è un tipo di pittura che l’artista ha “recuperato” dall’arte veneziana (o anche genovese), adatta a dare forza e intensità al ciclo narrativo:”:
“Alle piaghe del Risorto si appendono, in una volontà di sopravvivenza, i sofferenti della vita. E come la vita è il suo corpo, inquieto e in tempesta. Per credenti e non credenti, La Resurrezione è la speranza sempre rinnovantesi e la forza interiore che aiutano e ridanno senso alla vita nei passaggi più difficili e, apparentemente, disperanti.
Le piaghe sono metafora di una sofferenza superata. Rinviano ad un dolore Immenso che ha trovato però al suo interno le ragioni del suo riscatto. Sono l’appiglio da cui discende una ritrovata, più forte, ragione di vita descritta in quattro quadri: le vittime della fame e della miseria; le vittime della guerra; le vittime della malattia e i sofferenti per la perdita delle persone care (le vittime degli affetti); le vittime della migrazione forzata (le vittime dell’ingiustizia globale). Per tutti, una speranza imperitura di una nuova vita: è possibile, qui e ora, una resurrezione verso una futura, migliore esistenza.”
Sono immagini inquietanti, di forte carica drammatica, che denunciano e fanno interrogare sugli aspetti della fame, della miseria, della guerra, delle ingiustizie, delle malattie e della morte.  La figurazione classica, investita di forte sacralità e spiritualità e ricca di “pensiero”, rappresenta l’ antitesi a certo modo di fare arte attualmente. Ma è ’ una risposta a quella modernità che si illude di ritenere Cristo sempre meno necessario, da legittimare la richiesta di autoaffermazione delle soggettività.
Olio, sanguigna a secco e mista acrilico, danno vigore all’espressione, esaltandone le cognizioni costruttive e scenografiche. In tutto c’è metodo, perfezionamento, dettaglio. Ma anche procedimento, originalità, personalità.

Aldo Caserini

Resurrectio – Il grande telero e i relativi studi – Adriano Rossoni all’ex-chiesa di San Cristoforo- Dal 28 giugno al 6 luglio – a c. Mario Quadraroli – via Fanfulla 18 – Orari: dal martedì al venerdì: 16,30-19,30; sabato e domenica 10,30-23,30; 16,30-1930 – Inaugurazione sabato 28 ore 16,30 con una performance per voci e musica a c. di Gianni Grechi e Maria Percudani e l’esecuzione di “tavolozze sonore” del Columeau ensemble della Gaffurio di Lodi.

 

 

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