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20 LODIGIANI DEL VENTUNESIMO SECOLO ALLA BPL CON 100 OPERE

Un'opera di Alfano e del Collectif  SNPS che prenderanno parte a "Ottanta"

Un’opera di Alfano e del Collectif SNPS che prenderanno parte a “Ottanta”

 Obiettivo: cambiare lo sguardo alla città di Lodi

Il prossimo 13 settembre allo Spazio Enzo Piano della Bipielle in via Polenghi Lombardo sarà di scena, a conclusione di due anni di lavoro su un progetto di Arianna Angeloni, Paola Fenini, Sibilla Maggiore e Miriam Mosetti, OTTANTA. Una collettiva di 16 artisti lodigiani più 4 stranieri, che si propone di “cambiare lo sguardo” della città e sulla città.
L’iniziativa è partita da un preliminare censimento sostenuto dal Comune di Lodi, dal Museo Civico e dalla Fondazione Bipielle che ha subito trovato sostegno (e forse qualche limite) nei passaparola, in alcuni magazine e in organizzazioni collegate ad attività diverse; canali attraverso i quali molti dei creativi selezionati by-passano il momento autoreferenziale della verifica locale, prediligendo andare altrove a condividere la propria esperienza artistica. Una scelta sotto la quale si possono individuare diverse ragioni, che meritano d’essere (ancora una volta) accertate, meditate e analizzate e che possono essere: generazionali innanzitutto, di rivolgimento del “gergo” artistico e critico che spesso fa considerare l’arte alla stregua dei cibi cotti e crudi (Levy-Strauss) o delle gonne lunghe e corte (Barthes); una risposta economica, oppure, rappresentare la reazione a meccanismi di ingessatura e manipolazione riconoscibili nella situazione esistentiva di Lodi.

Mattia Arioli, fotografo street styler, lavora per il gruppo Ssmag

Mattia Arioli, fotografo street styler, lavora per il gruppo Ssmag

Se le motivazioni enunciate non risulteranno – molto o troppo – una adozione forzata o sovrimposta potranno conferire alla iniziativa il passo giusto per far superare i mali del provincialismo nostrano, a far considerare obsolete le forme attualmente dominanti in città, che mantengono l’opera visuale al livello di una semplice estrinsecazione emotiva. In “campo” –  di  competizione, come si è capito, si tratterà – saranno Alfano e il Collectif SNPS, Geometric Bang, Hell’O Monsters, Zbiok Czajkowski, Arianna Angeloni, Cesare Concardi Pannico, Claudia Marini, Costanza Scacchi, E.L., Elise Bergamini, Filipe Casaca, Luca Armigero, Marco De Sanctis, Mattia Arioli, Maria Stella Tiberio e Michele Napoli, Mattia Montemezzani, Miriam Mosetti, Nico Galmozzi, Valerio Vidali. Non tutti nomi sconosciuti. Qualcuno, anzi, è ben addentro a un certo start system che gli permette di veicolare personali prestazioni,  contenuti e affidabilità attraverso l’aggregazione e la promozione di gruppo.
L’equivoco sarebbe pensare che OTTANTA sia una esposizione di artisti degli anni ’80. Pittori, grafici, designer, fotografi, performer ecc.,  sono tutti targati VENTUNESIMO secolo, giovani creativi saliti su una barca che aveva mollato gli ormeggi già nel 1991 quando erano state aperte  le porte al Word Wide Web – la fatidica rete -,  e c’era stata in tutto il mondo l’esplosione delle biennali, dei festival, e delle fiere con tutte le grandi città a fare a gara per avere la loro, mentre nei territori minori (come il nostro) gli enti locali si consorziavano su progetti spesso discutibili per strappare risorse sperando di avere una ribalta che solidificasse la competitività territoriale. Come se trasferendo il contenuto al contenitore, si potesse rovesciasse la clessidra del business.. Spesso però ci eravamo domandati dove fossero i giovani. Ora sappiamo che coloro che si sono dati al mestiere d’artista a partire dal Duemila, cercavano visibilità  seguendo strade alternative a quelle locali.
L’arte e la cultura sono fatte di interferenze. Capire oggi se un film ha preso spunto da un’opera d’arte, se una pubblicità si è ispirata a un film, se un’opera d’arte si è basata sul design o ispirata a un fumetto o a un murales, se una ricerca è applicata al tessile o alla moda, se è suggerita dall’industria o smanettando al computer o imbeccata dall’architettura, se un video è riferibile all’espressione o è un prodotto … è abbastanza complicato.
OTTANTA dichiara di nascere in modo nuovo per quel che riguarda i meccanismi che localmente controllano e stimolano la produzione artistica. Di voler essere sensibile interprete di alcune particolari esigenze che si vengono svolgendo e maturando tra i giovani creativi. Una città come Lodi ha sicuramente bisogno di arte nuova, fresca, autenticamente attuale, che sappia creare un forte scambio di idee. C’è solo da stare attenti a un fatto, a non far diventare teatro tutte le forme artistiche che stiamo attraversando.

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